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LETTERE TRATTE DA "IL CITTADINO" DEL 17/06/2010

1 Non scaricate le responsabilità sulla scuola - 2 Hanno perso una possibilità di crescita

Graffignana - 1 Non scaricatele responsabilità sulla scuola. Per la famiglia che si trova ad affrontare una grave situazione di disagio data da particolari patologie, quali Adhd, che sembrano colpire sempre di più le nuove generazioni, è facile deviare dal vero problema e scaricare tutte le responsabilità sulla scuola. Così, se anziché collaborare per il bene del ragazzo, scuola e famiglia si fronteggiano, a farne le spese sarà lo stesso ragazzo. La Nostra Scuola, da molti anni lavora mettendo a pieno frutto tutte le risorse di cui è dotata per promuovere le eccellenze e per superare le situazioni di disagio. Si studiano percorsi differenziati con semplificazioni di programmi, ma anche con attività di tipo laboratoriale, per le quali si attinge anche a risorse esterne di persone volontarie e qualificate che gratuitamente prestano la loro opera nella scuola.I ragazzi vengono sempre ascoltati e invitati ad esporre i loro problemi anche mediante colloqui individuali, nel pieno rispetto delle loro particolari situazioni. Nel caso particolare la famiglia non ha saputo comprendere l’azione educativa della scuola, che qualche volta si è avvalsa anche di punizioni, ma sempre con finalità di recupero. Per Alessandro in particolare si è subito attivata tutta una rete di protezione anche esterna alla scuola, per evitare che si facesse del male o che lo causasse agli altri; più volte, durante l’anno, fuori dalla scuola, egli si è infatti azzuffato con altri ragazzi, rischiando persino di finire investito da un pullman. Per tutto l’anno scolastico l’alunno è stato gratificato facendo leva su quanto di positivo potesse essere valorizzato, particolarmente sugli obiettivi di apprendimento poiché, per quanto riguarda il suo comportamento la situazione è andata peggiorando con il passare dei mesi, aggravandosi soprattutto nell’ultimo periodo, quando le ingiustificate ansie della signora Bianchi circa l’ammissione del figlio alla classe successiva si sono accentuate percuotendosi negativamente sul comportamento del ragazzo. A tale proposito occorre precisare che l’alunno non è stato sospeso tre volte come dichiarato nell’articolo di ieri, ma la prima volta a metà del secondo quadrimestre e la seconda nell’ultimo mese di scuola a fronte di comportamenti molto violenti ed aggressivi. A scuola egli ha avuto la fortuna di trovarsi inserito in una buona classe (costituita da 19 alunni e non 11 come erroneamente dichiarato, con altri casi di svantaggio, tra cui un altro alunno affetto da Adhd), che ha saputo sopportare pazientemente le sue continue provocazioni. Tuttavia a volte le reazioni di Alessandro a torti solo presunti sono state così violente ed aggressive che si è temuto per l’incolumità delle persone coinvolte. Occorre infine precisare che il percorso scolastico di Davide non è sempre stato lineare perché, già durante la scuola primaria, il ragazzo ha cambiato sede trasferendosi dalla Scuola Primaria del paese d’origine alla Scuola Morzenti di Sant’angelo Lodigiano. Anche in questa sede l’alunno ha manifestato problemi relazionali, come dichiarato in più occasioni dalle maestre che lo hanno seguito. All’inizio dell’anno scolastico, quando la famiglia ha manifestato la sua intenzione di iscrivere il figlio presso il nostro plesso, noi sapevamo già della difficile situazione dell’alunno, ciò nonostante non gli abbiamo precluso la possibilità di frequentare la nostra scuola, preparandoci ad accoglierlo con disponibilità e professionalità. La scuola non ha ricevuto dalla Neuropsichiatria, da cui il ragazzo viene seguito, precise indicazioni su come arginare questi scoppi d’ira, che possono diventare veramente pericolosi e si è mossa pertanto solo con gli strumenti a sua disposizione. La famiglia non ha capito e ha completamente delegittimato l’autorità dei docenti, vanificandone l’azione educativa a scapito di Davide. Davide avrebbe potuto beneficiare dell’intervento di un insegnante di sostegno, ma la famiglia “per non discriminare il ragazzo” non ne ha, per l’appena trascorso anno scolastico, fatto richiesta, solo dal prossimo anno scolastico, anche a seguito delle nostre segnalazioni, egli sarà seguito da un insegnante di sostegno. Certo è che la scuola, non la nostra scuola, ma la Scuola in generale si trova sempre più ad affrontare situazioni critiche che derivano da patologie, da disagi sociali e dalla dissoluzione della famiglia e l’età dei ragazzi che frequentano le medie coincide con un passaggio fondamentale della vita: l’uscita dall’infanzia. È l’età in cui sempre più ci si misura con gli altri, in cui si formano le coscienze e si acquisiscono gli strumenti di base indispensabili per ogni passo successivo. Crediamo che si dovrebbe investire di più sulla scuola media, perché non sia “un buco nero” ma un trampolino di lancio.Il Collaboratore Vicario prof. Codecà e il Consiglio di Classe della 1° C

Graffignana - 2 Hanno perso una possibilità di crescita,  In riferimento all’articolo e alla risposta della vicepreside Codeca, vorrei ribadire come sia possibile avere fiducia nella scuola e soprattutto nella specie della vicepreside Codeca soprattutto, in quanto ella sostiene di avere attuato tutte le strategie possibili e di demandare le responsabilità sulla famiglia. È facile quando si riveste una figura di autorità come la sua. Tengo a precisare che non è assolutamente vero che non conosco i nomi degli insegnanti, non erano citati solo perché non volevo fare un elenco, che non mi è stato mai proposto un colloquio settimanale, altrimenti avrei accettato, anzi ero sempre lì a scuola, e mi sentivo molto a disagio. In quanto alla possibilità di entrare prima del suono della campanella è stata una mia proposta in accordo con gli insegnanti delle elementari Morzenti che hanno interceduto con la scuola di Graffignana.Per ultimo vorrei dire che la fiducia si guadagna, e non penso che si possa avere fiducia quando una vicepreside risponde a un genitore che non poteva rispondere al vostro giornale, in merito all’articolo di qualche mese fa quando si è verificato un episodio di «bullismo» (il coltello fuori scuola). Dopo aver chiesto come mai Lei non avesse fatto nulla per rettificare l’articolo dove era evidente che c’era stato un inversione di ruoli nei due ragazzi e in fattispecie il mio era confuso con quello che invece aveva il coltello, mi rispose che se così faceva avrebbe avuto maggior risalto la vicenda e quindi una cattiva pubblicità della scuola di Graffignana.Intendo sottolineare anche che è facile dire o scrivere che se i ragazzi o adolescenti diventano poi dei delinquenti la colpa si possa riversare sulla famiglia, in questo caso sono sicura che un domani non si potrà mai dire che è figlio di genitori assenti o di una famiglia squilibrata. Comunque adesso investirò tutta la mia energia, come del resto ho fatto fino ad ora, per aiutare realmente mio figlio.Questa scuola Anna Frank di Graffignana ha perso assolutamente una grandissima possibilità di crescita professionale, perché da queste vicende si può solo imparare per poter avere delle competenze nuove e migliori per i ragazzi problematici che sicuramente in futuro capiteranno di nuovo.Mentre per mio figlio e per la mia famiglia è stato solo un fallimento.Infine esprimo le mie condoglianze e quelle di mio figlio alla famiglia del preside Marazzina per la recente scomparsa.Augusta